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Cartoline di Pegli   stemma
Tabarka



Cartolina del 1917 con la ripresa dell' isola di Tabarka con il suo forte, fatto costruire dai Lomellini, dal mare.



Cartolina del 1913 che propone una immagine molto simile a quella precedente.




L' isola, vista dalla terraferma, negli anni '50, notiamo in bella evidenza il fortilizio di difesa genovese.



Nel 1540 l' isola di Tabarka, prospiciente la città, venne data dal bey di Tunisi in concessione alla famiglia genovese dei Lomellini che ad essa erano interessati per la pesca del corallo. I Lomellini facevano parte della cerchia di Andrea Doria, ed erano legati per vincoli parentali alla famiglia Grimaldi. La concessione era probabilmente il prezzo per la liberazione del corsaro turco Dragut, catturato nel 1540 da Giannettino Doria, nipote di Andrea Doria. I Lomellini colonizzarono Tabarca con un gruppo di abitanti di Pegli, località vicina a Genova, dove avevano varie proprietà ed un grandioso palazzo di villeggiatura. La comunità di Pegliesi visse a Tabarka per vari secoli. Nel 1738 a causa dell'esaurimento dei banchi corallini e del deterioramento dei rapporti con le popolazioni arabe un folto gruppo di tabarkini si trasferì in Sardegna nell'Isola di San Pietro, allora disabitata, dove fondò un nuovo comune: Carloforte. Il trasferimento fu possibile grazie alla volontà del re di Sardegna Carlo Emanuele III di Savoia di colonizzare le terre di Sardegna non ancora abitate. Il nome di Carloforte fu scelto in onore del sovrano.Il destino dei pegliesi rimasti a Tabarka era segnato: nel 1741 il Bey di Tunisi invase l'isola, apportò distruzione e fece prigionieri gli abitanti riducendoli in schiavitù. La liberazione degli schiavi avvenne per l'interessamento di nobili europei, del Papato, di Carlo Emanuele III e di Carlo III di Spagna. Gli schiavi liberati in parte raggiunsero Carloforte, mentre gli altri, dopo varie vicissitudini, diedero origine ad altre due comunità: Calasetta (nel 1770) nell'isola di Sant'Antioco in Sardegna e Nueva Tabarca sull'isola di San Pablo presso Alicante in Spagna.Mentre i tabarkini di Nueva Tabarca si sono completamente integrati in Spagna perdendo la propria identità originaria, i tabarkini di Carloforte e Calasetta hanno mantenuto integra la loro identità culturale sia nelle usanze che nella lingua: il dialetto di queste due località, il cosiddetto tabarchino, è un dialetto di tipo ligure in un territorio linguisticamente sardo, di un tipo completamente differente.
(tratto da Wikipedia).



Nel 1920 l' isola si presentava in questo modo dalla costa tunisina.